Heinkel 111 - 10 Novembre 2006
 
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Se ne parlò qualche mese fa: “a Novembre facciamo il Bombardiere di Mentone”. Inizia sempre così: poche parole scambiate in banchina, ma che, per noi, sono un appuntamento da non perdere: un Relitto, gli Amici, il Mare e, speriamo, un Autunno clemente ad accompagnare una nuova “avventura”.

Il ritrovo sarà direttamente a Mentone. 

L’auto è carica: Bibo, decompressive, cestona di attrezzatura e cd per il viaggio. Il Sole, la musica e il Mare della Riviera ci accompagnano fino ad un tramonto “francese”, che sa tanto di libertà e vacanza. 

 

Sistemati i bagagli e le auto, ci concediamo una passeggiata per le vie del paese; si chiacchiera: il Relitto, l’immersione, storie di acqua e di acquanauti, e il piacere della Compagnia.

Cena e tutti a nanna: appuntamento alle 08.30 per l’imbarco.

 

 

In banchina fervono i preparativi: bombole, mute, sotto-muta, ceste e il via-vai per caricare il tutto.

Naturalmente, ognuno fa “a modo suo”…… 

La Barca di Pianeta Blu ci accoglie comodamente (14 subacquei in configurazione tecnica e c’è ancora posto –n.d.r.-).

Già: si sta proprio comodi. Anche troppo!!!!!!!

  

 

IL RELITTO

Con beneficio di inventario, riportiamo le varie notizie raccolte durante la fase di preparazione della nostra spedizione circa il relitto (si dirà così anche di un aereo??!?) di Mentone.

Sembra che il 31 Luglio 1944, forse a causa dei danni riportati in combattimento o, come altri sostengono, a causa di un guasto, il “nostro” Heinkel 111 sia stato costretto ad ammarare nei pressi della costa francese. L’aereo è stato poi “riscoperto”casualmente verso la metà degli anni sessanta.

L’Heinkel 111, che trae il proprio nome da quello dell’Ingegner Ernst Heinkel che lo progettò e produsse fin dal 1938, fu una delle punte di diamante dell’aereonautica militare tedesca: dotato di 2 potenti motori da circa 1.000 hp, di una capacità di fuoco elevatissima (un cannoncino da 20 mm e 6 mitragliatrici di vario calibro) e di capacità di carico di circa 3 tonnellate di bombe, era comunque in condizioni di sviluppare una velocità superiore a quella di molti aerei da caccia.

 

L’IMMERSIONE

L’Heinkel giace rovesciato su un fondale limaccioso a circa 60 metri di profondità.

L’immersione non ha presentato particolari difficoltà; l’assenza di corrente e l’impeccabile organizzazione logistica predisposta dallo staff di Pianeta Blu (stazioni decompressive con bombole ossigeno, cime zavorrate sotto l’imbarcazione per lo stazionamento, pedagno sul relitto, etc) ci hanno notevolmente agevolato. Anche la visibilità sul fondo era sufficiente all’esplorazione, ma un po’ meno alle riprese fotografiche (almeno con la nostra attrezzatura).

Per quanto ci riguarda, la scelta dei gas è stata: miscela di fondo TMX 20/30,  Ean 36 e Ossigeno per la decompressione.

I primi a scendere in acqua sono Lorenzo e Gianluca per approfittare delle migliori condizioni per le riprese, seguiti a ruota da Silvia e Simone. 

A seguire è il nostro turno: gli “892”. Abbiamo pianificato un tempo di fondo di 20 minuti. La discesa lungo il pedagno è tranquilla: il Mare è blu intenso fino a circa 50m, dove il colore vira a causa del sedimento del fondale.

L’Aereo.


Atterriamo in prossimità della prua, dove il cannoncino mira innocuo alla superficie.

Sono passati più di sessant’anni dal suo inabissamento, ma le strutture dell’Heinkel sono ancora assolutamente ben riconoscibili.

 

 

 

Il confronto con le foto di archivio è indicativo. 


Anche i motori, ad eccezione delle eliche, sono ben riconoscibili; tubi, raccordi e l’ogiva dell’elica si sono ormai ambientati al nuovo elemento: nati per l’aria sopravvivono ormai da tempo nell’acqua di Mare. 

  

E c’è anche chi ne approfitta per ricavarsi un rifugio sicuro nel cuore della tecnologia tedesca. 

Intanto ci raggiungono sul relitto Claudio, Roberto, Giuliano ed Alberto.

Continuiamo la nostra esplorazione. Sotto ai motori spiccano ancora i pneumatici dei carrelli.

Come sempre, nuvole di anthias popolano il Relitto; sembra che l’ala sia tornata a fendere un’aria fatta di punti rossi guizzanti. Splendido.

Un’ultima occhiata al vano di carico e ai dettagli della cabina

E cominciamo la nostra ascesa dettata dai tempi e dalle tappe deco: un’occasione per rivedere i dettagli dell’aereo con gli occhi della mente al ritmo delle bolle tranquille, che sgorgano dagli erogatori. Cambio gas e pace: l’acqua calda (19°) ci sostiene e ci libra nel blu. 

Ci raggiunge anche il resto del gruppo.


 

Siamo agli ultimi minuti prima di ritrovarci a bordo e raccontarci le nostre piccole-grandi scoperte in questo estemporaneo viaggio nella Storia, quella vera, dove ragazzi come noi si sono trovati a vivere e morire.

Mentre risaliamo, vediamo l’ultimo gruppo iniziare il suo viaggio verso l’Aereo: Andrea, Sergio e gli Astolfi Brothers. A più tardi.

Un panino in compagnia e inizia il Viaggio verso casa. Ciao, Ragazzi: alla prossima!

 

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